La provincia di Rimini e il suo entroterra

Il progetto è decisamente ambizioso: diversificare l’offerta turistica della provincia di Rimini e di conseguenza  fare del nostro entroterra un soggetto autonomo che brilli di luce propria rispetto al turismo balneare che ha caratterizzato da sempre la nostra costa. E’ questa la strada che sta percorrendo la provincia di Rimini e nella fattispecie il suo assessore al turismo, il riccionese Fabio Galli.

Recentemente sono entrati a far parte della provincia riminese  i sette comuni dell’Alta Val Marecchia – che prima facevano parte della provincia di Pesaro – e questo è un fatto sicuramente importante, perchè ha permesso alla provincia di allargare i propri confini territoriali con conseguenze credo positive per il nostro sistema nel suo complesso. Pur con tutti i problemi, s’intenda, che comporta l’integrazione fra le due realtà, processo che è ancora in via di definizione. L’entrata dell’Alta Valmarecchia conferisce altresì un paesaggio alpino-appenninico a una provincia che è sempre stata considerata a vocazione balneare. Questo fatto è testimoniato anche dalla presenza di lupi, cinghiali e caprioli nell’ambito del territorio della Valmarecchia.

La vecchia provincia di Rimini contava circa 280.000 abitanti, dei quali  all’incirca la metà vivevano nel territorio comunale di Rimini. Per spiegare in modo dettagliato e esauriente questa situazione, farò ricorso ad una frase che l’ illuminista napoletano Gaetano Filangeri pronunciò sulla città di Napoli, paragonandola al resto delle Due Sicilie. “Una grande testa in un corpo gracile“. Tra l’ altro la Valmarecchia piaceva molto all'”empereur” Napoleone Bonaparte che la considerava una delle vallate più belle del mondo.

Questo paragone si confà perfettamente con la situazione della nostra provincia. L’ingresso dei comuni dell’alta Val Marecchia se non altro è servita a irrobustire il corpo assai gracile che caratterizzava il territorio della vecchia provincia di Rimini. Però questo irrobustimento comporta delle scelte che non sono più ineludibili, riferite anche alla mutata realtà. Il peso politico della città malatestiana, dei centri della costa, del turismo balneare e degli hotel Rimini in tale ottica, andrà progressivamente a scemare nel tempo favore di una maggiore perequazione nell’ambito del sistema provincia nel suo complesso. Insomma la Valmarecchia non può essere considerata come una mera appendice della provincia di Rimini, bensì parte integrante di essa. Penso che ricaveremo dei vantaggi, non tanto per il numero di abitanti che l’Alta Val Marecchia ci porta, ma soprattutto per una questione essenzialmente legata all’estensione territoriale, che è la logica conseguenza dell’ingresso della vallata in provincia. Questo ci consente di progettare in modo diverso la nostra strategia legata al turismo. Più si allargano gli spazi e più si sta bene, è un vantaggio, una convenienza per tutti.

Nell’ambito dell’ assestamento del bilancio regionale, sono previste, ha dichiarato l’assessore Galli, “risorse aggiuntive per accelerare l’integrazione tra Rimini e la Valmarecchia“. Sempre l’assessore Galli,  ha calcolato in “300.000 euro” lo stanziamento aggiuntivo tra risorse per uffici Iap, cura del materiale turistico e sostegni ai vari eventi dell’entroterra.

Però la scarsità di risorse a disposizione, frena in certo senso le ambizioni legittime dell’assessore provinciale Galli, in un’ottica di integrazione fra le vallate del Conca e della Valmarecchia, nel senso che non si possono lasciare soli gli altri comuni che facevano parte della vecchia provincia, si attende perciò che l’opera di transizione sia completata riferita al passaggio dei comuni dell’alta Valmarecchia nella provincia di Rimini.

Questo naturalmente presuppone la possibilità di disporre di risorse adeguate erogate dallo stato centrale e della regione per equilibrare in modo armonico le esigenze dei vecchi comuni dell’entroterra della provincia di Rimini, facenti parte della Valconca e della bassa Valmarecchia, con i nuovi comuni appena entrati dell’Alta Valmarecchia.

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